L’affondamento della nave tedesca Wilhelm Gustloff: una pagina amara della seconda guerra mondiale scritta da Vincenzo Di Michele

L’affondamento della nave tedesca Wilhelm Gustloff

Una tragedia dimenticata della seconda guerra mondiale che Vincenzo Di Michele ha avuto il buon senso di riportare “a galla”, per non dimenticare, per dare giustizia a tutte quelle persone che sono state vittime di un conflitto sanguinario e poi come se niente fosse furono  inghiottite non solo dalle acque profonde, ma anche dall’indifferenza che troppe volte cala come una nebbia fitta sul dolore altrui.

Di seguito quanto scritto dallo storico Vincenzo Di Michele nel libro “Le scomode verità nascoste della II Guerra Mondiale”.

L’affondamento della nave tedesca “Wilhelm Gustloff” è stata la più grande tragedia navale di tutti i tempi, ma fino a oggi non è molto conosciuta, perché fu oggetto di interpretazioni forzate. I circa 9000 morti furono spesso stilizzati come martiri di una causa perduta, ma in verità anche loro furono vittime innocenti della guerra.

Fu affondata il 30 gennaio 1945 da un sommergi­bile sovietico nel Mare Baltico, portando con sé in fondo al mare migliaia di vittime. A vedere bene le cose, però, già il nome della nave era comprometten­te. Gustloff, infatti, era stato il capo dell’organizza­zione nazista in Svizzera, che fu assassinato nel 1936 da un ebreo. Questa nave, la più grande e moderna della marina civile tedesca, doveva portare un nome alquanto più simbolico: Adolf Hitler. Ma la super­stizione del Führer fece cambiare idea e fu scelto il nome di Wilhelm Gustloff. Con l’avvento della guer­ra la nave fu confiscata dalla marina militare.

Alla fine del 1944, a causa dell’avanzamento dei russi verso le coste del Mare Baltico, migliaia e mi­gliaia di civili tedeschi cercarono salvezza nei porti di Danzica e Gotenhafen, dove le navi tedesche li avrebbero tratti in salvo. Anche la Gustloff fu desti­nata al trasporto dei profughi. Tra i passeggeri c’era un po’ di tutto: allievi ufficiali, soldati feriti, donne marinaie ausiliari, donne, civili, vecchi e bambini. Inizialmente si era voluto limitare il numero mas­simo di passeggeri a tremila come capienza massi­ma, ma poi alla fine imbarcarono più di diecimila individui.  

Fu affondata da un sommergibile sovietico e tantis­sime persone rimasero intrappolate dentro la nave e affondarono con essa; altre perirono dopo alcuni mi­nuti nell’acqua gelida. Le vittime furono oltre 9000, tra cui ben 3000 bambini. Solo un migliaio e rotti fu­rono i sopravvissuti. La versione sovietica parlò della Gustloff come di una nave piena di soldati e arma­menti, e quindi di un legittimo bersaglio di guerra.

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