Al Due ponti Sporting Club: un pomeriggio di ricordi, aneddoti ed emozioni con i protagonisti che hanno fatto grande la storia della Lazio, per la presentazione del libro Pino Wilson vero Capitano d’altri tempi di Vincenzo Di Michele
Che momenti, che ricordi, che emozioni in un pomeriggio di maggio al Circolo Due Ponti. Vero Pino? Quando Wilson con il suo classico aplomb decisamente inglese ha preso il microfono in mano e ha iniziato a ripercorrere i tratti salienti della sua gloriosa carriera calcistica, a un certo punto, si è concesso una piccola pausa tutta sua.
Di fronte a lui, c’erano i giocatori del 1974, le telecamere, i giornalisti, Radio Sei, Gianni Giacomini, Marco Perina, Robero Cantiani, Giorgio Mori, Tony Santagata, Carlo Priolo, Giancarlo Governi, Emanuele e Pietro Tornabuoni, Radio sei, i laziali Pino Capua, Tony Malco, Antonio Buccioni, Alessandro Cochi, Mauro Mazza, Totò Lopez , Franco Recanatesi, Valerio Cassetta, Lucilla Nicolanti, Stefano Pantano, Gianluca La Penna, gli amici, i tifosi e tanti altri. ” Io lo sapevo che andava a finire così ” ha commentato commosso, il capitano storico della Lazio. Lui che nella sua carriera ha vestito per ben 400 volte la maglia della Lazio vincendo uno scudetto; lui che ha giocato nella Nazionale Italiana e anche ai campionati del mondo in Germania nel 1974; lui che ha avuto a fianco giocatori del calibro di Pelè, Chinaglia, Beckenbauer e Carlos Alberto; lui, il dott. Pino Wilson; lui, il capitano della lazio, il baluardo l’estremo difensore, questa volta si è dovuto arrendere alla sua storia e ai toccanti ricordi dei tempi passati, tutti contenuti in un manoscritto di 173 pagine scritto da Vincenzo Di Michele, dal titolo ” Pino Wilson Vero Capitano d’altri tempi” editore Fernandel. “Pino ha dato tanto alla Lazio”, ha commentato Giancarlo Oddi mentre Bruno Giordano ha detto che doveva e poteva essere solo lui il capitano della Lazio poichè era il vero leader della squadra. Michelangelo Sulfaro ha ricordato i primi tempi che Wilson arrivò alla Lazio e di come sin dagli inizi, mostrò la sua forte personalità . Toccante il commento di Massimo Maestrelli, figlio del maestro Tommaso: “ Non è stato un caso se mio padre lo abbia scelto come capitano di quella squadra. ”
Invece Felice Pulici, il portierone dello scudetto, ha raccontato un divertente aneddoto su quando nel lontano 1972- allora giocatore militante nel Novara in serie B – approdò a Roma nella squadra della Lazio. In sostanza appena arrivato, fu obbligato dai nuovi compagni di squadra – e in primis da Wilson – ad acquistare una macchina più prestigiosa al pari dei suoi colleghi calciatori.
Eh si! Era proprio una squadra mattana e garibaldina divisa nello spogliatoio ma unita in campo; uno spaccato di 11 forti personalità tutte fumantine, orchestrate da un grande maestro che si chiamava Tommaso Maestrelli. Il capitano però era un certo Giuseppe Wilson. Non a caso lo chiamavano ” Il padrino “.